venerdì 28 gennaio 2011

Il sito di Memoria e desiderio delle donne chiude, resta il blog che utilizzeremo per tutte le nostre prossime iniziative



domenica 11 ottobre 2009


Mercoledì 14 ottobre ore 18,00

Libreria Pangea, Via S. Martino e Solferino, 106

Presentazione del libro "Venticinque minuti una notte. Autopsia di una violenza" di Lucia Luconi, Serarcangeli editore

Letture di Serena Fiorio e Erika Vianello

Sarà presente l'autrice

Lucia Luconi racconta in prima persona la cronaca dettagliata di uno stupro subito ad opera di sette giovani della Roma bene.

Il fatto accadde esattamente due giorni dopo la trasmissione, su Rai2, di “Processo per stupro”, il primo processo a porte aperte della storia italiana, che sconvolse l’opinione pubblica mostrando quello che le donne dovevano subire in un’aula di giustizia quando avevano subito una violenza.
Lucia Luconi aveva partecipato alla realizzazione della trasmissione e diversi indizi convergono nel ritenere che la violenza subita fosse una sorta di “ritorsione” organizzata.

Il racconto è denso, teso, molto distaccato. Non uno sfogo, ma una distaccata descrizione della violenza narrata in forma di sceneggiatura – Lucia lavora nel cinema. Pochi commenti, solo il fatto nella sua brutale successione: l’inseguimento in macchina, a piedi, la violenza. Era la notte del 28 aprile del 1979. Sono passati trent’anni dal fatto.
Scritto subito dopo la violenza, il racconto è rimasto per anni nel cassetto. Un segreto partecipato alle persone più care. E proprio su loro spinta l’autrice oggi ha deciso di pubblicarlo. Per non dimenticare, per dare coraggio a chi di fronte a un identico crimine ha avuto la propria esistenza distrutta. Per dare voce alle tante donne che non trovano le parole o che sono spaventate ancora dalla memoria. Per dire che solo la parola e la condivisione possono aiutare, che si può superare.

sabato 10 ottobre 2009




STAFFETTA UDI.

E' arrivata ieri 7 ottobre a Padova la “Staffetta di donne contro la violenza sulle Donne”, coordinata da un gruppo di associazioni padovane di donne, e rimarrà in città sino a venerdì 16.

La lettera di Rosi Bindi


Grazie a tutti di cuore! Mi sono arrivati migliaia di messaggi di amicizia e di affetto che mi hanno commosso. Ognuno meriterebbe una risposta personale ma sono davvero tantissimi. È bello sentire il calore e la vicinanza di tante persone, sapere che c’è un legame invisibile che ci tiene uniti, anche nella distanza, anche se non ci si conosce.
So che è un legame fatto di affinità umane e culturali e di una stessa concezione della vita pubblica. Da tutti traspare quanto sia ancora diffusa e pronta la capacità di reagire e di indignarsi di fronte all’arroganza del potere. Ed è in fondo questo che conta di più. Quindi, ancora, grazie davvero.

Mi sento però di rassicurare tutti gli amici e le amiche che mi hanno scritto: non sono affatto annientata dalle parole offensive e gratuite del Presidente del Consiglio. Anzi sono più che mai felice di essere una donna. Ho sempre pensato che gli insulti definiscono chi li pronuncia. E in questo caso Berlusconi non ha fatto che riproporre la sua concezione, ormai tristemente nota, delle donne.
Berlusconi avrà pensato che un suo intervento ci avrebbe zittito e ridato fiato ai suoi. Avrà pensato di potersi impossessare del video, come in altre occasioni, per l’ennesimo monologo incendiario. Quando però si è trovato di fronte un’interlocutrice che non lasciava passare i suoi commenti eversivi sulla Presidenza della Repubblica e sulla Corte Costituzionale, che non accettava il ruolo silenzioso di comparsa o connivente, non ha trovato altra soluzione che cercare di ridurla all’unica dimensione femminile che è capace di concepire: un corpo da svilire o apprezzare.

Mi ha chiamato ostentatamente «signora» mostrando di non considerare significativo il fatto che fossi un’esponente dell’opposizione e Vicepresidente della Camera dei deputati. Ma da tempo abbiamo capito che il nostro Presidente del Consiglio rifiuta di riconoscere competenze pubbliche alle donne ed è incapace di misurarsi con noi in modo paritario. Con quelle espressioni da cabaret, ha cercato di colpire me ma ha offeso tutte le donne e le stesse istituzioni. Lo hanno sottolineato meglio di me e in vario modo Chiara Saraceno sulla Repubblica di oggi, Cinzia Sasso e Stefania Rossini, sui siti di Repubblica e l’Espresso, Concita De Gregorio sull’Unità, Caterina Soffici sul Riformista, Ida Dominijanni sul Manifesto, e come ben riassume l’appello promosso da Michela Marzano, Barbara Spinelli e Nadia Urbinati, sempre sul sito di Repubblica.

Ripartiamo allora dalla Costituzione e dalla difesa della legalità democratica senza dimenticare che l’agenda dei problemi del paese è molto lunga e le donne sono le prime a pagare i costi della crisi economica e di una politica sociale che riduce i servizi, taglia le risorse alla scuola e alla sanità, smantella il sistema di solidarietà pubblica.

10 ottobre 2009

lunedì 28 settembre 2009

Staffetta di Donne



Padova, dal 7 al 16 ottobre, ospitera' la staffetta




martedì 28 aprile 2009

Convegno su Carla Lonzi

Comune di Padova Presidenza del Consiglio Comunale

Università degli Studi di Padova

Centro Pandora




“Da questo mio centro,

non mi muove più nessuno”

Ripensare la politica delle donne.

Alla radice della differenza:

la vita e il pensiero di Carla Lonzi.


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Padova sabato 23 maggio 2009

ore 15.30-20.00

Palazzo Moroni - Sala Paladin



PROGRAMMA

Presentazione di Fiorella Grigio – Centro Pandora

Proiezione del video “Alzare il cielo” (copyright RAI Educational, 2005) regia di Gianna Mazzini

Maria Luisa Boccia (docente di filosofia, Univ. di Siena)

“La relazione a fondamento della politica”

Manuela Fraire (psicanalista, Roma)

“Autocoscienza e differenza”

Dibattito

Padova 28 marzo 2009 Giornata contro la violenza sulle donne